Da sempre Google lascia la qualità dei suoi risultati di ricerca nelle mani dei cosiddetti Google Search Rater, per scopi interni. Ci sono però dei segnali che questi Search Rater abbiano un influsso concreto sulle SERP.
Quando si parla dell’esatto ruolo dei Search Rater, Google tende a diventare schivo. Sicuramente, già da un paio di anni, le Search Quality Rater Guidelines sono una sorta di istruzioni operative per queste persone, disponibili anche pubblicamente. Tuttavia, non è ancora ben chiaro quale vero e proprio effetto abbiano queste ultime sul loro lavoro.
Su una pagina pubblicata da Google in occasione della conferenza I/O, che trattava in realtà di Google News, si trovano però maggiori informazioni. Google scrive infatti:
Many of our approaches build on the ranking systems used by Google Search.
Proseguendo poi sull’argomento “Authoritativeness”:
To do this, our systems are designed to identify signals that can help determine which pages demonstrate expertise, authoritativeness and trustworthiness on a given topic, based on feedback from Search raters.
Da SEO abbiamo imparato a ricollegare la sequenza “Expertise, Authoritativeness and Trustworthiness”, accorciato in E-A-T, al tema degli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo centrale di Google. L’opinione generale è che Google abbia voluto aumentare l’attenzione su questi tre temi.
In base alle citazioni precedenti diventa però anche chiaro che i Google Search Rater hanno a loro volta un influsso determinante. Alla base del riconoscimento e della valutazione dei siti non ci sono gli algoritmi, bensì i dipendenti di Google. Come avevamo già ipotizzato, Google vuole trasmettere le nozioni precedenti a numerosi siti grazie ad un approccio di Machine Learning, ma chi compie i primi passi e definisce i dati di base rimangono le persone in carne ed ossa.