Quando si parla di “contenuti ottimizzati”, soprattutto in ambito SEO, il pensiero va prima di tutto agli standard di qualità che devono possedere. In realtà, anche il loro formato può fare la differenza. In questo articolo vedremo come due contenuti dello stesso dominio possono generare ranking differenti.
- Perché il formato?
- Alcuni formati performano meglio su Google
- Esempi di formati di contenuto
- 1. amazon.it: /pc-portatili/ e /ask/
- 2. cucchiaio.it: /ricetta/ e /blog/
- 3. homify.it: /ambiente/ e /progetti/
- 4. turimo.it: /oltreconfine/ e /la-mostra-del-giorno/
- 5. leroymerlin.it: /prodotti/ e /negozi/
- 6. dolceattesa.com: /gravidanza/ e /ricette-in-gravidanza/
- 7. trovaprezzi.it: /prezzi/ e /opinioni/
- 8. oggi.it: /gossip/ e /blog-bellezza/
- 9. corriere.it: /cronache/ e /opinioni/
- 10. facile.it: /assicurazioni/ e /ufficio-stampa/
- Conclusione
Perché il formato?
Quando si parla di “formato” s’intende la definizione e la progettazione del contenuto di un sito, considerando il layout e framework in cui è integrato (quindi anche il template). Si tratta di un fattore fondamentale per il successo di un sito, e quindi fortemente concatenato con la SEO.
Infatti, se dovessimo renderlo graficamente, potremmo considerare la SEO tecnica un’auto, mentre il contenuto (insieme al suo formato) la benzina che la manda avanti.
Esempi di formati di contenuto sono: articoli di blog, pagine di categoria, pagine di glossario, ricette, pagine di prodotto, e così via.
Alcuni formati performano meglio su Google
Prendendo spunto dall’articolo del SEO Hanns Kronenberg (disponibile in tedesco a questo link), abbiamo voluto dimostrare, tramite alcuni siti italiani e internazionali, che i formati di contenuto non performano tutti allo stesso modo nelle pagine dei risultati di ricerca.
Per effettuare questo confronto i formati presi in considerazione possiedono le seguenti caratteristiche:
- appartengono allo stesso dominio (tendenzialmente sono directory differenti)
- sono seguiti dallo stesso team SEO e quindi con la stessa conoscenza di base
- a livello di dominio, possiedono gli stessi fattori di ranking
Per quanto riguarda i dati, utilizzeremo il grafico del Toolbox relativo alla distribuzione delle keyword di ranking all’interno delle prime 10 pagine di Google. Le colonne indicano la percentuale di keyword della directory posizionate nelle rispettive pagine di Google: inutile dire che più il grafico sarà discendente, migliore sarà il posizionamento della directory, trovandosi i ranking maggiormente in prima pagina (Page 1). I dati si riferiscono al database desktop di SISTRIX e sono relativi alla settimana del 15 luglio 2019.
Esempi di formati di contenuto
1. amazon.it: /pc-portatili/ e /ask/
2. cucchiaio.it: /ricetta/ e /blog/
3. homify.it: /ambiente/ e /progetti/
4. turimo.it: /oltreconfine/ e /la-mostra-del-giorno/
5. leroymerlin.it: /prodotti/ e /negozi/
6. dolceattesa.com: /gravidanza/ e /ricette-in-gravidanza/
7. trovaprezzi.it: /prezzi/ e /opinioni/
8. oggi.it: /gossip/ e /blog-bellezza/
9. corriere.it: /cronache/ e /opinioni/
10. facile.it: /assicurazioni/ e /ufficio-stampa/
Conclusione
Gli esempi dimostrano come il formato abbia una forte influenza sui ranking del dominio corrispondente.
È quindi fondamentale prestare attenzione alla scelta del giusto formato quando si pianifica di creare dei nuovi contenuti: il consiglio è di analizzarne diversi tipi, tracciandone punti di forza e di debolezza, aiutandosi anche con l’osservazione dei concorrenti già posizionati nelle SERP.
Si tratta di un’analisi utile anche per i contenuti che sono già presenti nel tuo sito: dopo averla svolta, potrai identificare quelli che Hanns chiama i formati di “High Performance Content”, i quali raggiungono dei posizionamenti in prima pagina con almeno il 20% delle keyword del sito. Una volta individuati, avrai un buon punto di partenza per ottimizzarli e renderli ulteriormente più fruttuosi su Google.