Site Reputation Abuse: le azioni manuali arrivano anche in Italia

Era maggio 2024 quando Google aveva cominciato a penalizzare manualmente i domini che infrangevano la Site Reputation Abuse Policy in USA. Dopo quasi un anno è arrivato il turno dell’Europa, e in Italia nel gennaio 2025 abbiamo assistito ai primi cambiamenti. A marzo torniamo a parlare della vicenda con alcune novità.

Cos’è la Site Reputation Abuse e perché Google la sta contrastando?

La Site Reputation Abuse, chiamata anche “Parasite SEO” è il caso in cui un sito di terze parti pubblica contenuti su un dominio più grande per sfruttarne l’autorità e ottenere vantaggi nei ranking delle pagine dei risultati. Questa pratica si verifica spesso con i grandi editori di media e le testate giornalistiche.

Secondo Google: “Tali contenuti che si posizionano in alto nella ricerca possono confondere o fuorviare i visitatori che possono avere aspettative molto diverse sui contenuti di un determinato sito web” (fonte). Proprio per questo fatto tali contenuti sono considerati da Google come spam, nonché manipolazioni dell’algoritmo di ricerca.

Negli scorsi anni Google ha più volte avvisato i siti che praticavano la Parasite SEO di togliere tali contenuti o bloccarne l’indicizzazione per non andare incontro a penalizzazioni manuali, e quindi alla deindicizzazione dei contenuti dalle pagine dei risultati.

Indice di Visibilità di coupons.cnn.com

Il 6 maggio 2024 Google ha cominciato a penalizzare manualmente i primi siti di news americani come CNN, USA Today e LA Times (qui l’articolo di SEJ a riguardo).

La situazione in Italia a gennaio 2025

Nonostante Google avesse annunciato in occasione di uno Spam Update a marzo 2024 di voler mirare, tra le altre cose, a combattere la Parasite SEO, in Italia la situazione è rimasta tranquilla (per lo meno su quel fronte).

I domini che ospitavano contenuti di terzi (in particolare coupon e codici sconto) hanno continuato a farlo senza subire ripercussioni… per lo meno fino all’inizio di quest’anno!

Confronto degli Indici di Visibilità di siti che usavano la Parasite SEO

A partire dal 21 gennaio 2025 le directory o i sottodomini legati alla Parasite SEO hanno cominciato a sparire dalle pagine dei risultati, e non solo in Italia.

Post di Arturo Marimon sul tema del Site Reputation Abuse
Post di NicoSEOSEM sul tema del Site Reputation Abuse

Di seguito riportiamo i principali domini italiani colpiti con i dati aggiornati (28 gennaio 2025):

Solo https://www.ansa.it/codici-sconto/ era riuscito a mantenere stabile la sua visibilità, tant’è che in molti ci si chiedeva se si trattasse di una “svista” di Google.

Riccardo Mares, Chief Operating Officer e Digital Manager di Studio Cappello, che ha seguito la vicenda fin dagli albori, aveva commentato:

Da luglio 2024 periodicamente sto monitorando questo settore. Motivo? Molti clienti e-commercesono “danneggiati” dalla posizione dominante di questi grandi player.
Il nostro suggerimento è sempre quello di creare una landing page dedicata a quel tipo di query, ma non sempre ci ascoltano o non sempre Google li premia con la prima posizione. Cosa che comunque sta ancora accadendo perché quelle posizioni dominanti ora sono passate dalle testate giornalistiche ai siti di coupon. Il grande interrogativo è come mai ANSA ancora permane nelle query, che non ha alcuna differenza rispetto agli altri player penalizzati. Staremo a vedere 🙂
Mi auguro che comunque le testate che hanno investito in quelle sezioni, fossero conscie che era un lavoro “SEO” al limite e che prima o poi sarebbe potuto cadere tutto.

In un post su Linkedin Riccardo aggiunge che, dall’analisi del sito di Focus, la penalizzazione non sembra aver impattato l’intero sito, bensì solo la sezione incriminata:

Post di Riccardo Mares sul Site Reputation Abuse

Novità: a marzo 2025 Repubblica risale in superficie e Ansa viene penalizzata… per poche settimane

Indice di Visibilità di forbes advisor a marzo 2025

Dopo quasi tre mesi di secca, forbes.com/advisor riemerge dalle SERP: questa directory era stata penalizzata manualmente perché pubblicava contenuti di terzi in cambio di denaro (come avevamo spiegato in questo articolo).

Ora la directory è tornata a posizionarsi nelle pagine dei risultati di Google, segno che la penalità manuale è stata rimossa. Che cosa è cambiato? In realtà non notiamo nulla di diverso da prima, e non ci sono stati commenti da parte dell’azienda su cosa fosse stato implementato.

Da un paio di settimane la visibilità è però di nuovo tornata a scendere: che Google stia tornando sui suoi passi?

Indice di Visibilità di https://www.repubblica.it/codici-sconto/ a marzo 2025

Ma non è un caso isolato: anche la directory penalizzata di Repubblica è tornata a salire nelle SERP italiane a inizio mese, per poi riperdere visibilità in questi ultimi giorni. Esattamente come nel caso precedente, i contenuti che si posizionavano prima della penalità non sembrano aver subito modifiche.

Indice di Visibilità di https://www.ansa.it/codici-sconto/

Montagne russe invece per ansa.it, che era riuscita a continuare a posizionare i suoi contenuti dedicati ai codici sconto nonostante le penalità ai concorrenti. A inizio marzo qualcuno in casa Google deve aver fatto la spia perché anche questa directory ha cominciato a perdere visibilità, raggiungendo in poco tempo praticamente lo 0 assoluto. Dal grafico sopra vediamo l’ultimo cambio di rotta: solo tra il 17 e il 24 marzo la visibilità è tornata ad aumentare, per poi drasticamente diminuire questa settimana. Sembra quindi che il sito stia testando modalità per togliere la penalità manuale, ma allo stesso tempo continuare a posizionare i contenuti penalizzati.

Nessuna novità invece per Focus, Corriere e Gazzetta, che continuano a subire la penalità manuale di gennaio.

Nel frattempo, Google ha pubblicato un nuovo aggiornamento delle linee guida dedicate al Site Reputation Abuse, chiarificando meglio gli step da seguire per evitare o rimuovere le penalizzazioni manuali. Coincidenza?

Conclusione

Lo scopo principale di Google è quello di fornire agli utenti i risultati migliori possibili quando cercano una query. La Parasite SEO va contro a questo principio ed è quindi considerata dannosa e punibile.

Chi stava ancora approfittando di questa pratica in Italia e nel resto d’Europa dovrà tornare sui suoi passi e rivedere la propria strategia, seguendo le linee guida del motore di ricerca a riguardo.

Dati i movimenti delle ultime settimane, non possiamo che seguire la vicenda con interesse: manterremo quindi aggiornato questo articolo in caso di ulteriori novità.

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