Era maggio 2024 quando Google aveva cominciato a penalizzare manualmente i domini che infrangevano la Site Reputation Abuse Policy in USA. Dopo quasi un anno è arrivato il turno dell’Europa, e in Italia stiamo assistendo ai primi cambiamenti.
Cos’è la Site Reputation Abuse e perché Google la sta contrastando?
La Site Reputation Abuse, chiamata anche “Parasite SEO” è il caso in cui un sito di terze parti pubblica contenuti su un dominio più grande per sfruttarne l’autorità e ottenere vantaggi nei ranking delle pagine dei risultati. Questa pratica si verifica spesso con i grandi editori di media e le testate giornalistiche.
Secondo Google: “Tali contenuti che si posizionano in alto nella ricerca possono confondere o fuorviare i visitatori che possono avere aspettative molto diverse sui contenuti di un determinato sito web” (fonte). Proprio per questo fatto tali contenuti sono considerati da Google come spam, nonché manipolazioni dell’algoritmo di ricerca.
Negli scorsi anni Google ha più volte avvisato i siti che praticavano la Parasite SEO di togliere tali contenuti o bloccarne l’indicizzazione per non andare incontro a penalizzazioni manuali, e quindi alla deindicizzazione dei contenuti dalle pagine dei risultati.
Il 6 maggio 2024 Google ha cominciato a penalizzare manualmente i primi siti di news americani come CNN, USA Today e LA Times (qui l’articolo di SEJ a riguardo).
La situazione in Italia
Nonostante Google avesse annunciato in occasione di uno Spam Update a marzo 2024 di voler mirare, tra le altre cose, a combattere la Parasite SEO, in Italia la situazione è rimasta tranquilla (per lo meno su quel fronte).
I domini che ospitavano contenuti di terzi (in particolare coupon e codici sconto) hanno continuato a farlo senza subire ripercussioni… per lo meno fino ad ora!
A partire dal 21 gennaio 2025 le directory o i sottodomini legati alla Parasite SEO hanno cominciato a sparire dalle pagine dei risultati: la situazione sta costantemente peggiorando, e non solo in Italia.
Di seguito riportiamo i principali domini italiani colpiti con i dati aggiornati (28 gennaio 2025):
Al momento solo https://www.ansa.it/codici-sconto/ sta mantenendo stabile la sua visibilità: si tratta di una svista di Google?
Abbiamo chiesto il parere di Riccardo Mares, Chief Operating Officer e Digital Manager di Studio Cappello, che ha seguito la vicenda fin dagli albori:
Da luglio 2024 periodicamente sto monitorando questo settore. Motivo? Molti clienti e-commercesono “danneggiati” dalla posizione dominante di questi grandi player.
Il nostro suggerimento è sempre quello di creare una landing page dedicata a quel tipo di query, ma non sempre ci ascoltano o non sempre Google li premia con la prima posizione. Cosa che comunque sta ancora accadendo perché quelle posizioni dominanti ora sono passate dalle testate giornalistiche ai siti di coupon. Il grande interrogativo è come mai ANSA ancora permane nelle query, che non ha alcuna differenza rispetto agli altri player penalizzati. Staremo a vedere 🙂
Mi auguro che comunque le testate che hanno investito in quelle sezioni, fossero conscie che era un lavoro “SEO” al limite e che prima o poi sarebbe potuto cadere tutto.
In un post su Linkedin Riccardo aggiunge che, dall’analisi del sito di Focus, la penalizzazione non sembra aver impattato l’intero sito, bensì solo la sezione incriminata:
Conclusione
Lo scopo principale di Google è quello di fornire agli utenti i risultati migliori possibili quando cercano una query. La Parasite SEO va contro a questo principio ed è quindi considerata dannosa e punibile.
Chi stava ancora approfittando di questa pratica in Italia e nel resto d’Europa dovrà tornare sui suoi passi e rivedere la propria strategia.
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