Germania: tribunale vieta la cooperazione tra Google e il ministero della salute

In Germania è avvenuto un fatto interessante e senza precedenti: il tribunale di Monaco di Baviera ha interdetto la cooperazione messa in atto tra Google e il ministero della salute per una nuova integrazione nelle SERP. Ecco, in poche parole, cosa è successo.

La vicenda

A partire dall’anno scorso il portale del ministero della salute tedesco (gesund.bund.de, anche chiamato “Portale della salute nazionale”) offre agli utenti informazioni oggettive ed indipendenti riguardo alle 200 malattie odierne più comuni, senza alcun tipo di pubblicità. I primi successi sono visibili anche su Google, come vediamo dall’Indice di Visibilità del sito.

Indice di Visibilità di gesund.bund.de

La tendenza è certamente positiva, ma il confronto con i concorrenti principali nelle pagine dei risultati ci offre una panoramica molto diversa.

Confronto tra gli Indici di Visibilità dei principali concorrenti per query di salute

Netdoktor.de e apotheken-umschau.de sono i due maggiori siti nel settore, e si posizionano per molte più keyword rispetto al portale del ministero tedesco.

Per un “normale” SEO un simile grafico significherebbe una semplice cosa: tirarsi su le maniche e dare inizio ad una strategia, analizzando i punti di forza e di debolezza dei concorrenti, migliorando il proprio processo nel tempo e guadagnando gradualmente visibilità. Il ministero della salute ha però optato per una scorciatoia più semplice.

A novembre 2020 il ministro della salute Jens Spahn e il vicepresidente di Google per l’Europa centrale, Philipp Justus, hanno stretto pubblicamente una collaborazione: per la ricerca di più di 160 malattie sarebbe dovuto essere mostrato un Knowledge Panel “speciale” su Google, direttamente sopra ai normali risultati organici.

Per capirci, ecco l’esempio della query “polmonite”.

Esempio di integrazione dello speciale Knowledge Panel

Il sito di Netdoktor è sovrastato da un’integrazione estremamente ampia, per cui, nonostante si posizioni primo, di traffico ne ottiene probabilmente ben poco.

Quanto è rilevante questa cooperazione? Alcuni dati alla mano

Senza scendere troppo nei dettagli: secondo i dati di SISTRIX questa cooperazione interessa più di 2.100 keyword differenti, altroché 160 malattie!

Parliamo di chiavi estremamente di tendenza, come “coronavirus”, ma anche di keyword con un elevato volume di traffico, come “emorroidi” (volume di ricerca mensile per la Germania: 190.269), “cistite” (136.308) e “endometriosi” (126.601), per citarne alcune.

In generale, si stima che questa cooperazione interesserebbe più di 24 milioni di ricerche mensili.

La sentenza: il tribunale dice no

Naturalmente le critiche a questa cooperazione non si sono fatte attendere. Netdoktor ha ad esempio dichiarato:

“Il ministero, nella vece di mittente statale, si mette davanti alle offerte giornalistiche della stampa libera sostenendo il monopolio di ricerca di Google, indipendentemente dalla qualità dei contenuti.

Philipp Welte, comitato di Hubert Burda Media (società a cui appartiene NetDoktor)

Entrambi i concorrenti hanno deciso di fare causa ed iniziare un processo ingiuntivo, a cui è seguita la sentenza del tribunale di Monaco che ha vietato la cooperazione. Nella sua dichiarazione, il tribunale ha dichiarato che gli infobox voluti dal ministero “distraggono e attirano l’attenzione degli utenti” dagli altri risultati della ricerca, limitando fortemente la visibilità di NetDoktor, che è “particolarmente dipendente” proprio da questo tipo di visibilità su Google.

La reazione di Google non si è fatta attendere, e i Knowledge Panel di questa “speciale” cooperazione sono scomparsi dalle SERP.

La vicenda resta ancora aperta, ma è interessante notare come anche il ministro della salute, Jens Spahn, abbia riconosciuto l’importanza delle pagine di ricerca di Google, commentando quanto segue:

“Se abbiamo interesse ad esprimere informazioni oggettive, solide e comprovate, non mi serve a nulla apparire su Google in 783.000 posizione.

Jens Spahn, Ministro Federale della Sanità

Morale: obiettivo lodevole, esecuzione poco raffinata

Non c’è dubbio che sia Google, sia il ministero della salute avessero le migliori intenzioni quando si sono accordati su questa cooperazione: soprattutto in questi tempi difficili è importante garantire agli utenti le migliori informazioni possibili relativamente a benessere e salute.

Per quanto riguarda il tema “Your Money, your Life“, anche Google ha più da perderci che da guadagnarci: difficile dire se i risultati di determinati siti medici, risaliti grazie ai diversi Core Update, siano migliori o peggiori di quelli del ministero della salute. La cosa certa è che un risultato sbagliato potrebbe portare a conseguenze terribili in questo campo.

Entrambi hanno quindi optato per la soluzione giudicabile “migliore”, ma utilizzando il sistema sbagliato: per questo motivo è importante che il tribunale di Monaco sia intervenuto.

Se fosse stato creato un precedente, certamente le conseguenze non si sarebbero fatte attendere, portando ad una manipolazione e politicizzazione dei risultati di ricerca.

Fortunatamente il tribunale di Monaco ha fatto la scelta giusta: speriamo quindi che sia ora più chiara l’importanza dell’ordine dei risultati di ricerca e che i prossimi tentativi di manipolazione (siano essi statali o di Google stesso) possano venire velocemente interdetti.

Per leggere l’articolo completo (con dati e fatti in tedesco) clicca qui.

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