Il motore di ricerca lavorativo jobbydoo.it sta crescendo molto velocemente su Google, il tutto grazie soprattutto ad articoli che centrano l’intento di ricerca e le esigenze degli utenti… persino se sono di 8.000 parole.
Più di un motore di ricerca
Jobbydoo.it raccoglie annunci di lavoro di terzi e ne pubblica un riassunto, in modo che gli utenti interessati possano cliccare il link e raggiungere direttamente il sito contenente l’offerta. Fin qui nulla di nuovo, se non per il fatto che questa sezione non è in realtà quella che sta avendo più successo su Google.
Il sito offre infatti anche delle directory più informative, in cui approfondisce i diversi tipi di mansioni, le competenze richieste (/descrizione-lavoro/) e lo stipendio medio per quella specifica posizione in Italia (/stipendio/). Esiste inoltre un blog in cui vengono trattati temi più generali relativamente alla fase di ricerca del lavoro (curriculum e colloquio) e allo sviluppo della propria carriera.
Una forte competizione
Jobbydoo.it non è naturalmente il solo motore di ricerca che offre questo tipo di servizi. Se però lo confrontiamo con altri concorrenti, come monster.it e indeed.com, vediamo che, a partire dal 2017, il dominio ha intrapreso una crescita che neanche gli aggiornamenti di Google hanno potuto fermare, aumentando del 119% solo nel 2019.
Dall’inizio di quest’anno, inoltre, il sito ha migliorato i suoi ranking, posizionandosi con sempre più keyword in prima pagina: nel grafico successivo vediamo infatti che la linea rossa (quantità di keyword in pagina 1 di google.it) ha superato la linea blu (pagina 2) e verde (pagina 3). Sotto al grafico è riportata la quantità assoluta di keyword posizionate nelle tre pagine in questi ultimi mesi.
Quando l’intento di ricerca può fare la differenza
Grazie alla sezione “URL” del Toolbox possiamo dare uno sguardo alle pagine di jobbydoo.it che si stanno posizionando con più keyword all’interno delle SERP di Google.
Vediamo ad esempio che https://www.jobbydoo.it/blog/domande-colloquio si posiziona con ben 363 keyword nella prima pagina di Google ed ha una visibilità in crescita.
In realtà si tratta di un testo molto esteso (più di 8.000 parole) relativo alle 100 domande più frequenti di un colloquio di lavoro. Perché un simile articolo sta avendo così tanto successo?
La risposta ce la forniscono le SERP: cercando su Google keyword come “domande colloquio lavoro” scopriamo che tutti i concorrenti affrontano il tema da una prospettiva più sintetica, fornendo al massimo una ventina di domande con relativa risposta, o dei semplici consigli.
Google ci dimostra quindi che gli utenti interessati a questo argomento sono pronti a leggere anche un articolo di 8.000 parole pur di essere preparati ad un colloquio di lavoro che, si sa, è un momento di fondamentale importanza e notoriamente temuto. Jobbydoo.it offre quindi il contenuto migliore per l’intento di ricerca degli utenti che cercano quel tipo di query.
Link: “pochi” ma buoni
Un altro fattore da non sottovalutare sono i link: infatti, se in confronto ai concorrenti jobbydoo.it ne possiede una minore quantità, il loro valore è molto alto.
Il sito può infatti vantare link da numerose università e comuni, sia italiani sia stranieri, come vediamo dalla tabella successiva:
Sappiamo che Google considera questo tipo di link più preziosi rispetto ad altri, provenendo da istituzioni considerate affidabili.
Conclusione
In un mercato molto competitivo come quello dei portali lavorativi, jobbydoo.it sta gradualmente raggiungendo e superando i concorrenti grazie all’accostamento di materiale informativo alla sua sezione principale.
I contenuti non solo sono qualitativamente alti e ben collegati gli uni con gli altri, ma rispondono all’intento di ricerca degli utenti, raccogliendo link di valore.
La morale, quindi, è che non esistono “testi SEO”, bensì semplicemente contenuti di buona o di cattiva qualità: che siano di 2 o di 8.000 parole, l’importante è che rispondano a quello che gli utenti stanno cercando per quella query, nel modo più semplice e completo possibile. Se poi colmano le lacune dei concorrenti, tanto meglio.
“Non esiste una lunghezza minima, né una quantità minima di articoli al giorno da pubblicare, o un numero minimo di pagine per sito. Nella maggior parte dei casi, la qualità è meglio della quantità.”
John Müller, Webmaster Trend-Analyst, Google Switzerland