Ormai si sente spesso parlare di approccio olistico al contenuto per indicare una pagina (URL) focalizzata su un determinato tema, che punta ad offrire la migliore risposta possibile ad una query di ricerca. La differenza fondamentale quindi rientra nel fatto che, invece di creare più pagine singole per ogni keyword di un argomento, si punta su una sola, in cui si riunisce tutto il contenuto.
- Motivi per l'uso dell'approccio olistico
- Le parole magiche sono "argomento" e "adeguato"
- Il Tag Title e la Meta Description segnano i limiti del contenuto olistico
- Quali contenuti si dovrebbero riunire in una sola pagina?
- I testi lunghi non sono per forza i migliori
- Pensare alla fruibilità e strutturare bene i propri testi
- Ogni tendenza ha una controtendenza
- Conclusione: il contenuto olistico non è necessariamente un contenuto di buona qualità
Motivi per l’uso dell’approccio olistico
Sono principalmente due i motivi che spingono a creare contenuti olistici:
- Google sta diventando sempre più intelligente e comprende sempre meglio le query di ricerca, riuscendo a interpretare (grazie al RankBrain) le query formulate in modo molto simile con lo stesso intento di ricerca, unendole. Questo significa che due query molto somiglianti non porteranno a risultati completamente differenti, e per questo motivo è possibile riunire il contenuto in una pagina, senza preoccuparsi di crearne diverse per ogni formulazione leggermente differente.
- I segnali degli utenti hanno un ruolo sempre più importante per Google, che non ha più bisogno di basarsi solo sui link. Infatti, grazie al riconoscimento sempre più efficace dei link spam, la qualità diventa sempre più legata ai contenuti dei risultati. La creazione di contenuti di qualità viene sempre più spesso premiata con posizionamenti buoni, rispetto agli anni precedenti.
Le parole magiche sono “argomento” e “adeguato”
Il tentativo di creare un contenuto olistico completo “straripa” molto spesso in testi troppo estesi, formati da migliaia di parole, caratteristica che potrebbe già far pensare che la quantità sia più importante della qualità. Tuttavia la qualità e il valore aggiunto di un testo non vanno automaticamente a braccetto con la lunghezza. Le parole magiche sono “argomento” e “adeguato”: oltre ai criteri qualitativi di base, si dovrebbe evitare di uscire fuori tema, puntando ad impostare la lunghezza del testo in base all’intento di ricerca dell’utente.
Prendiamo ad esempio le keyword “vacanze in famiglia”, “vacanze con bambini”, “vacanze con neonati” e “vacanze con cane”.
Sarebbe meglio creare una sola pagina riunendo tutte queste keyword, oppure distinguerle in tre diverse?
La risposta la riceviamo dai risultati di ricerca di Google: i risultati migliori per queste keyword sono molto diversi, come mostrano gli screenshot seguenti:
Primi tre risultati per la keyword “vacanze in famiglia”:
Primi tre risultati per la keyword “vacanze con bambini”:
Primi tre risultati per la keyword “vacanze con neonati”:
Primi tre risultati per la keyword “vacanze con cane”:
C’è un buon motivo per cui Google mostra pagine diverse al primo posto per queste keyword. Si tratta infatti della parola magica “argomento”: una vacanza con un bambino è molto diversa da quella con un cane, e le sistemazioni adatte al primo tipo di vacanze non sono automaticamente adatte anche al secondo, o viceversa. La stessa cosa vale per “vacanze con bambini” e “vacanze con neonati”. Se si cerca di riunire tutti gli argomenti in una sola pagina, si rischia di perdere il focus del testo.
Il Tag Title e la Meta Description segnano i limiti del contenuto olistico
Bisogna ricordare che, per ogni pagina, è possibile fornire solo un Tag Title e una Meta Description: in base a questi due elementi e all’URL, Google genera normalmente il risultato di ricerca.
Un buon posizionamento aiuta ben poco se il risultato viene cliccato da pochi utenti, a causa di un Title e una Description generali e poco rilevanti. Senza contare che tale posizionamento non verrà mantenuto a lungo, se Google riceverà solo segnali di Ranking negativi. Questi sono proprio i limiti del contenuto olistico.
In questo caso si potrebbe correre il rischio che il risultato non risulti particolarmente rilevante nelle SERP, in confronto agli altri.
Sarebbe più utile creare una pagina di panoramica sul tema generico “vacanze in famiglia”, e da quest’ultima far partire delle sottopagine come “vacanze con bambini”, “vacanze con neonati” e “vacanze con cane”, impostando dei link interni. In questo modo ognuna di esse possiederà un Title e una Meta Description separati, e l’utente riconoscerà più facilmente l’argomento e la sua rilevanza.
Quali contenuti si dovrebbero riunire in una sola pagina?
Nel settore SEO non si crea normalmente una pagina (o un URL) per ogni keyword appartenente ad una determinata lista, bensì si tende a raggruppare tutte le parole chiave relative ad un dato argomento in un testo di buona qualità.
Normalmente non si creano pagine singole per:
- la parole ordinate differentemente, come “hockey scarpe” e “scarpe hockey”
- le particelle espletive, come “hockey roma” e “hockey a roma”
- i sinonimi, come “hockey” e “hockey sul prato”
- le keyword con un volume di ricerca molto basso, ad esempio “numero giocatori italiani hockey league prima divisione” che rientrerebbe in “numero giocatori hockey” o addirittura in “regole hockey”
I testi lunghi non sono per forza i migliori
Non fidarti di coloro che consigliano che un buon testo debba generalmente possedere “almeno XXX parole”. Non è escluso che testi lunghi in media abbiano una qualità migliore e quindi ottengano buoni posizionamenti, ma non è sempre la regola.
Molto spesso, infatti, i testi più corti sono la risposta ideale per alcune query di ricerca. Non per niente Google mostra sempre di più Featured Snippets o One-Box, in modo da rispondere direttamente alla domanda dell’utente, senza che quest’ultimo debba cliccare su uno dei risultati. Per alcune query l’utente preferisce invece vedere delle immagini, dei grafici, delle tabelle, delle offerte di Google Shopping o dei video, piuttosto che leggere un testo interminabile.
Quale sia la risposta migliore lo decide alla fine l’utente: consigliamo inoltre di osservare i primi risultati per una determinata keyword su Google e (cosa forse scontata, ma che vale la pena appuntare) usare il buonsenso.
Pensare alla fruibilità e strutturare bene i propri testi
Se si decide di scrivere un testo lungo a tutti i costi, è utile strutturarlo nel modo corretto, in modo che le voci secondarie siano facilmente reperibili, usando ad esempio i punti elenco (come Wikipedia) e i sottotitoli.
Inoltre, ora che più della metà delle ricerche su Google avviene via Smartphone, consigliamo anche di fare attenzione che i propri testi siano adeguati ad essere visualizzati su questo tipo di dispositivi e che il loro tempo di caricamento sia breve.
Ogni tendenza ha una controtendenza
Nonostante al momento molti Webmaster stiano cercando di creare contenuti olistici formati da testi molto lunghi, la bilancia sembrerebbe pendere dall’altra direzione: gli utenti stanno preferendo il cosiddetto Snackable Content, cioè le risposte corte ed “incisive”. Ogni tendenza ha una controtendenza, quindi una buona strategia per alcune nicchie potrebbe essere quella di offrire del contenuto più breve e non affidarsi completamente agli One Box di Google.
Conclusione: il contenuto olistico non è necessariamente un contenuto di buona qualità
Per quanto riguarda elementi come le parole ordinate in modo differente, le particelle espletive, i sinonimi e le keyword con basso volume di ricerca, è meglio riunirli semplicemente una sola pagina, piuttosto di suddividerli in URL distinti che potrebbero accavallarsi tra loro. Consigliamo infatti di focalizzarsi su un singolo argomento per ogni pagina, puntando sulla rilevanza, piuttosto che affrontarne tanti in modo superficiale: questo vale soprattutto per gli elementi Title e Meta-Description, che dovrebbero essere unici per ogni URL.
Cerca di creare contenuti di lunghezza adeguata: a seconda della strategia che desideri attuare, potrebbero essere necessari testi lunghi oppure brevi. L’importante è che, alla base di questa strategia, non ci sia una regola generale, “che vale per tutti”, bensì un’analisi approfondita dell’intento di ricerca degli utenti, accompagnata dal buonsenso.
Quando si pone al centro l’utente e i suoi bisogni, i contenuti risulteranno automaticamente più positivi e la lunghezza si adeguerà di conseguenza. L’obiettivo non è quindi creare “contenuti olistici” o “testi lunghi”, bensì “contenuti di buona qualità”. Questi ultimi possono presentare un approccio olistico, ma questa caratteristica non è necessaria.