Come le entità hanno modificato la ricerca su Google

Un tempo la ricerca online era molto semplice: si inseriva una keyword nel motore di ricerca e quest’ultimo cercava i documenti che la contenevano.

Dopodiché è arrivato Google, che ha organizzato questi risultati in un ordine qualitativamente decrescente e ha spostato quelli migliori di solito in cima, stravolgendo totalmente il modo di cercare informazioni nel web.

Quasi vent’anni dopo quell’avvenimento, la query o keyword è ancora una componente importante della ricerca, ma non più l’unica.

Google cambia la ricerca spostandosi dalle keyword alla comprensione del termine di ricerca, e quindi mostra i risultati indipendentemente dalla parola specifica (keyword) utilizzata.

Il motivo di questo approccio è chiaro: gli utenti vogliono risposte alle proprie domande senza dover pensare a come formulare le richieste.

Problemi con le ricerche per keyword generiche

Se un trentino chiede al microfono del suo Google Assistant “Go fam. Endó poderia nar a magnar el tortel de patate con la carne salada?” o scrive questa query nel browser di Google, si aspetta come risposta il nome del ristorante più vicino e non “Scusa, non ho capito la tua richiesta”, indipendentemente se la domanda viene posta nella sua regione o da qualsiasi altra parte.

Per poter rispondere correttamente a questa domanda, oltre ad una traduzione dal dialetto trentino all’italiano è necessario anche sapere cosa sia la “carne salada” e “el tortel de patate“.

Come può un motore di ricerca elaborare una query di ricerca in modo più efficace?

Un approccio per risolvere la questione consiste nel riconoscere che “carne salada” e “tortel de patate” sono cose con un significato fisso e univoco. Se poi queste cose hanno anche informazioni sulla loro relazione con altre cose, diventa possibile trarne conclusioni logiche.

Di sicuro aiuta sapere di che cosa si sta parlando.

Cosa sono le entità?

Questo è esattamente ciò che si ottiene con le entità. In parole povere, un’entità è una persona, un luogo o un oggetto per il quale esiste un nome univoco.

Nel 2010 Google ha acquistato Freebase, uno dei più grandi database per l’assegnazione di informazioni agli oggetti, e nel 2012 ha integrato i primi risultati di questi dati nella ricerca sotto forma di Knowlege Graph.

Inoltre, se i siti arricchiscono i propri contenuti con i dati strutturati, danno a Google la possibilità di espandere le entità conosciute e di crearne di nuove. Su schema.org è disponibile un’ampia documentazione su ciò che può essere etichettato.

Le entità consentono di comprendere e utilizzare le connessioni

Poiché il nostro piatto di cui sopra è conosciuto come entità (in Wikidata con il codice Q3660408) è a volte possibile trovare altre varianti linguistiche che possono essere ricercate dagli utenti.

Se questo non dovesse essere possibile, di solito l’entità fornisce anche informazioni sugli ingredienti per facilitare la ricerca.

Queste informazioni possono essere utilizzate per ricercare gli ingredienti nelle ricette regionali, in modo da fornire possibili alternative che si avvicinino alla richiesta effettiva come migliore risposta possibile.

Ulteriori esempi di utilizzo delle entità per comprendere la query di ricerca

Lasciamo la cucina trentina e passiamo alla medicina. Supponiamo che tu chieda a Google: “Quanto tempo ci vuole per capire se ho preso l’influenza?”.

Nel vecchio ordine mondiale incentrato sulle keyword, solo i documenti con la parola “influenza” nel testo potevano essere selezionati da Google.

Tuttavia, se le informazioni migliori si trovano in una pagina in cui la parola “influenza” non compare nemmeno una volta, Google è in difficoltà. Con l’aiuto dell’entità è possibile classificare anche questo tipo di documenti.

Le entità sono la morte dell’ottimizzazione dei motori di ricerca?

Naturalmente no. Il nostro esempio mostra molto bene come Google riesca ad individuare entità simili senza che l’effettiva query di ricerca debba apparire nei documenti corrispondenti.

Ciò significa che anche i contenuti di altissima qualità, ma che non sono ancora riusciti a posizionarsi perché la keyword non compare esplicitamente nella pagina, possono essere inclusi nella ricerca.

In futuro, sarà probabilmente più facile essere presi in considerazione da Google per un numero di query di ricerca molto più elevato di quello attuale con pagine di alta qualità, ben scritte e che dimostrino un elevato livello di competenza.

Per chi possono essere pericolose le entità?

Se la tua unica strategia consiste nell’utilizzare le pagine dei concorrenti presenti nei primi 10 o 20 risultati di Google come confronto e punto di partenza per i tuoi contenuti, potresti avere dei problemi in futuro.

Più Google riesce a capire in modo semplice e veloce l’argomento di una query di ricerca, tanto più riuscirà a dare informazioni utili all’utente.

In questo caso non è più così importante che un webmaster copra nel testo l’esatta query di ricerca, ma che il testo abbia un reale valore aggiunto per l’utente e la sua domanda.

Con queste premesse: buon appetito!